venerdì 14 dicembre 2012

Pere Cotogne, frutto dimenticato.


In questi giorni ho avuto modo di vedere da vicino una pera cotogna, un frutto che mi ha molto incuriosita, così mi sono documentata sia con clienti che la ricercano con difficoltà, in quanto  ormai prodotto di nicchia, sia ricercando notizie in rete.

Praticamente si tratta di un frutto molto antico, basti pensare che la pianta veniva coltivata già nel 2.000 a.c. dai Babilonesi, tra i Greci era considerato frutto sacro ad Afrodite e in epoca romana era molto conosciuto, in quanto citato da Catone, Plinio e Virgilio.
Le varietà con i frutti a forma di mela sono dette meli cotogni, mentre quelle con i frutti più allungati sono dette peri cotogni. 
L’origine botanica di questo piccolo albero è l’Asia Minore, in cui si trovava una città dal nome di Cotonium e della zona del Caucaso, oggi è diffuso principalmente nell'area occidentale del Mediterraneo ed in Cina; un tempo molto diffuso anche in Italia, dagli anni '60 ad oggi invece si è verificata una notevole riduzione, infatti la superficie interessata dal cotogno da frutto non arriva a 100 ettari, rispetto alle diverse decine di migliaia di melo e pero. Quindi per la maggior parte i cotogni trovano spazio in orti e frutteti domestici.
L'elevato contenuto di pectina produce un veloce addensamento della confettura o della gelatina, limitando i tempi di cottura. Prima della diffusione dello zucchero raffinato la confettura semisolida di cotogne era con il miele (costosissimo) uno dei pochi cibi dolci facilmente disponibili e soprattutto ben conservabili.




Mia suocera si è quasi commossa vedendo questi frutti sul mio tavolo, mi ha detto che le ricordava quando suo papà le raccoglieva e la sua mamma ne teneva sempre uno da riporre negli armadi o nei cassetti per profumare la biancheria. 




Le pere cotogne sono la base di un liquore denominato sburlon che viene prodotto nel parmense e in particolare nella Bassa vicino a Roccabianca (PR). 
Mentre è famosissima nel "Ragusano", nell'area dell'Etna e nel Basso Lodigiano, soprattutto a Codogno la cosiddetta Cotognata, gelatina semisolida tagliata in piccoli pezzi. 

Così approfittando della sapienza di una nonnina, cliente affezionata del banco di frutta e verdura in cui lavoro, eccovi la ricetta di questa dolce marmellata da usare a piacimento per farcire crostate, piuttosto che usata per accompagnare carni bollite e formaggi.


Marmellata di Pere Cotogne

Ingredienti

1 kg di pere cotogne già pulite
500 gr di zucchero
1 limone grattugiato
succo di limone
vaniglia 
pectina ( io ho usato il fruttapec 2:1)

Per prima cosa lavate le pere cotogne sotto l'acqua corrente cercando di togliere quella peluria che le riveste. Fate bollire per circa 15 min. in abbondante acqua e limone.
Scolatele e pulitele tagliandole a pezzetti, togliendo il torsolo con i semi. La buccia si può anche lasciare
A questo punto pesate la frutta e calcolate il peso dello zucchero che vi servirà.
Ora Frullate le pere e mettete la purea ottenuta in una pentola con lo zucchero, la vaniglia e la pectina. Fate cuocere finché si rapprenderà.
Infine mettere nei vasetti sterilizzati, chiudete e capovolgete per creare il sottovuoto.
Io lascio raffreddare i barattoli piano piano avvolti in una calda coperta.
Non consumare prima di 1-2 mesi.




3 commenti:

  1. Ciao jo, come vedi sono passata e sono anche diventata tua lettrice. Se ti va, ci farebbe piacere che anche tu lo diventassi. Ti faccio tanti complimenti, non hai bisogno di nessun consiglio. Un abbraccio.

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  2. grazie Giovanna sei incoraggiante! un abbraccio anche a te! faccio una visita volentieri. A presto!

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  3. la pectina non è molto importante, le mele cotogne ne hanno già parecchia di loro...

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Ciao grazie per esser venuto a casa mia....