domenica 30 dicembre 2012

Ravioli di Magro



In questi giorni la mia cucina è stata in fermento e questo è il risultato dei miei “pasticci”.
Questi sono giorni particolari dove certe volte si esagera persino, ma come tenersi davanti a certi manicaretti! Arriveranno giorni in cui bisognerà rimediare a questi piacevoli momenti di abbandono, quindi godiamoci in pieno ogni gusto, ogni boccone, ogni momento di dolce “lasciarsi andare”! Buon appetito!




Ingredienti per la sfoglia di pasta fresca
300 gr di farina di grano duro
3 uova intere
olio qb
sale qb

Per il ripieno
2 hg di spinaci
1 uova
3 c.ai ricotta
2 c.ai parmigiano
pan grattato qb


Fare una fontana sulla spianatoia e mettere al centro le uova con il sale e l'olio. Lavorare l'impasto con le mani fino ad ottenere una palla di pasta liscia.

A parte lessare la verdura con cui si vuole fare il ripieno; io ho usato gli spinaci.
Struizzarli bene, lasciare raffreddare e mescolare con ricotta, parmigiano e pan grattato, in modo da ottenere un ripieno abbastanza asciutto.
Il ripieno dei ravioli per me è sempre un po' una sorpresa, nel senso che tante volte utilizzo le verdure che magari mi sono avanzate, le trito bene e le amalgamo con la ricotta, e con il parmigiano piuttosto che con il pecorino o altri formaggi saporiti.

Dare le dosi per il ripieno mi è difficile, perchè mai lo preparo nella giusta dose. Infatti puntualmente il primo di ravioli è seguito come secondo da una torta salata fatta con il ripieno in esubero. Una gradita soluzione per non sprecare nulla! Ve lo avevo detto che a casa mia la pasta sfoglia non manca mai!


E allora anche se sarete strapieni … beh, se volete gradire due ravioli o un pezzetto di torta salata, prego accomodateVi!......


                            Buon Anno a tutti!








giovedì 27 dicembre 2012

Torta al cioccolato e panna


Natale e Natalino sono volati, ma chissà perché questa voglia di dolci che si innesca durante le vacanze non ha ancora avuto fine. Chissà se basterà arrivare alla fine dell'anno: ultimi brindisi, tanti auguri per un anno migliore e immancabilmente tanti propositi e nuove mete da raggiungere (dieta compresa)!
Però, ancora per oggi un nuovo dolce anche perché visto che Babbo Natale mi ha portato un nuovo libro di cucina non potevo non rendergli omaggio! Così mi sono messa alla prova con questa ricetta, che spero proverete e gradirete! ...e ancora auguri di Buon Anno
..


Ingredienti 


Per il Pan di Spagna:
500 gr di uova
375 gr di zucchero
75 gr di miele
300 gr di farina 00
150 gr di fecola di patate


Per la farcitura::
200 gr di panna montata
300 ml di caffè o caffè d'orzo

Per la copertura

250 gr di cioccolato extra fondente amaro

Rompere le uova in una ciotola e iniziare a montarle con un frullino. Aggiungere a pioggia lo zucchero e il miele continuando a mescolare. Dovrete ottenere una massa soffice. Mescolare la farina e la fecola su un foglio di carta forno. Quando le uova saranno triplicate di volume, unire in tre tempi le farine setacciate.
Ungere due teglie da 20 cm con burro ammorbidito e infarinare leggermente. Versare il composto nelle teglie fino a riempirle per metà e livellare la superficie con una spatola. Cuocere in forno a 180° per circa 20 minuti. Sformare la torta sbattendo la teglia su un piano in modo che la pasta si stacchi dalle pareti. Tagliare la torta per metà con un coltello seghettato e usatela come base per il vostro dolce.
Queste dosi valgono per ottenere due teglie di pan di spagna, io ho dimezzato la dose, per farne una soltanto.
Inoltre se si vuole aromatizzare l'impasto, si può a piacere aggiungere cannella, vaniglia, o scorza di agrumi non trattati grattugiata.

Mentre sale  il caffè e si raffredda, montare a neve ferma la panna montata.
Bagnare i due dischi della torta con il caffè e stendere con l'aiuto di una spatola la panna montata sul disco di base.
Coprire con il secondo disco di pan di spagna.

Fondere a bagnomaria il cioccolato e coprire con cura tutta la torta che avrete disposto su una griglia, in modo che cada il cioccolato fuso in eccesso.

Lasciate raffreddare la copertura prima di servire. Presenterà una croccante crosticina che piacevolmente si scioglierà in bocca al primo boccone!

Ovviamente questa è una mia versione, in realtà ognuno può tenere come base il pan di spagna e poi farcirlo e decorarlo a proprio piacimento.




mercoledì 19 dicembre 2012

Sfoglia di frutta




I miei cari amori Aldo e Pietro sono molti golosi, come avrete capito dai post precedenti. In verità lo sono anche io, l'unica differenza è che io sono perennemente a dieta, o sarebbe meglio dire periodicamente!
Comunque, tornando ai miei uomini, ecco che la frase tipica dopo cena è “ ...e di dolce cosa hai preparato?” . Ovvio non è festa tutti i giorni, però per non sentirmi in difficoltà o meglio in colpa, per non aver dato loro le dovute attenzioni, una cosa che nel mio frigo c'è il 90% delle volte è la pasta sfoglia, la mia salvezza in corner. E' la base che mi salva all' ultimo minuto. può essere la base di una torta salata dove riciclo eventuali avanzi di verdure, affettati e formaggi; oppure una torta di frutta con quello che ho in casa, dalle mele, alle pere piuttosto che ananas. Vi presento quindi la mia versione di una ricetta che ho letto su un librettino di cucina “ PIATTI LEGGERI “ di Kathryn Hawkins, ovviamente riadattata a seconda delle esigenze.

INGREDIENTI

1 mela media
1 pera media matura
2 c.ai di succo di limone
60 gr di mascarpone
2 rotoli di pasta sfoglia
2 c.ai di marmellata di mele
2 c.ai di zucchero a velo da spolverare
pinoli, uvetta e scaglie di mandorle se piacciono.

Scaldate il forno a 180°. Pulire la frutta e tagliarla a fette sottili; bagnarle con il succo di limone per evitare che si ossidi. Sciogliere il mascarpone in un pentolino a fuoco moderato.
Tagliare la sfoglia in parti a seconda delle monoporzioni che si vogliono fare. Personalmente io l'ho ripartita in 6 parti.
Si preparano le tortiere, io ho usato una teglia da muffin ed ho spennellato ogni scodellina con il mascarpone.
Fare aderire un piccolo foglio di pasta alla base della teglia e poi sistemarne un altro leggermente più in alto con una diversa angolazione.
Disporre alternativamente le fette di pera e mela al centro delle sfoglie, arricciandole leggermente ai bordi.
Infornare e dopo 15- 20 min. controllare la doratura.
Sfornare e cospargere ogni sfoglia di zucchero a velo.




venerdì 14 dicembre 2012

Pere Cotogne, frutto dimenticato.


In questi giorni ho avuto modo di vedere da vicino una pera cotogna, un frutto che mi ha molto incuriosita, così mi sono documentata sia con clienti che la ricercano con difficoltà, in quanto  ormai prodotto di nicchia, sia ricercando notizie in rete.

Praticamente si tratta di un frutto molto antico, basti pensare che la pianta veniva coltivata già nel 2.000 a.c. dai Babilonesi, tra i Greci era considerato frutto sacro ad Afrodite e in epoca romana era molto conosciuto, in quanto citato da Catone, Plinio e Virgilio.
Le varietà con i frutti a forma di mela sono dette meli cotogni, mentre quelle con i frutti più allungati sono dette peri cotogni. 
L’origine botanica di questo piccolo albero è l’Asia Minore, in cui si trovava una città dal nome di Cotonium e della zona del Caucaso, oggi è diffuso principalmente nell'area occidentale del Mediterraneo ed in Cina; un tempo molto diffuso anche in Italia, dagli anni '60 ad oggi invece si è verificata una notevole riduzione, infatti la superficie interessata dal cotogno da frutto non arriva a 100 ettari, rispetto alle diverse decine di migliaia di melo e pero. Quindi per la maggior parte i cotogni trovano spazio in orti e frutteti domestici.
L'elevato contenuto di pectina produce un veloce addensamento della confettura o della gelatina, limitando i tempi di cottura. Prima della diffusione dello zucchero raffinato la confettura semisolida di cotogne era con il miele (costosissimo) uno dei pochi cibi dolci facilmente disponibili e soprattutto ben conservabili.




Mia suocera si è quasi commossa vedendo questi frutti sul mio tavolo, mi ha detto che le ricordava quando suo papà le raccoglieva e la sua mamma ne teneva sempre uno da riporre negli armadi o nei cassetti per profumare la biancheria. 




Le pere cotogne sono la base di un liquore denominato sburlon che viene prodotto nel parmense e in particolare nella Bassa vicino a Roccabianca (PR). 
Mentre è famosissima nel "Ragusano", nell'area dell'Etna e nel Basso Lodigiano, soprattutto a Codogno la cosiddetta Cotognata, gelatina semisolida tagliata in piccoli pezzi. 

Così approfittando della sapienza di una nonnina, cliente affezionata del banco di frutta e verdura in cui lavoro, eccovi la ricetta di questa dolce marmellata da usare a piacimento per farcire crostate, piuttosto che usata per accompagnare carni bollite e formaggi.


Marmellata di Pere Cotogne

Ingredienti

1 kg di pere cotogne già pulite
500 gr di zucchero
1 limone grattugiato
succo di limone
vaniglia 
pectina ( io ho usato il fruttapec 2:1)

Per prima cosa lavate le pere cotogne sotto l'acqua corrente cercando di togliere quella peluria che le riveste. Fate bollire per circa 15 min. in abbondante acqua e limone.
Scolatele e pulitele tagliandole a pezzetti, togliendo il torsolo con i semi. La buccia si può anche lasciare
A questo punto pesate la frutta e calcolate il peso dello zucchero che vi servirà.
Ora Frullate le pere e mettete la purea ottenuta in una pentola con lo zucchero, la vaniglia e la pectina. Fate cuocere finché si rapprenderà.
Infine mettere nei vasetti sterilizzati, chiudete e capovolgete per creare il sottovuoto.
Io lascio raffreddare i barattoli piano piano avvolti in una calda coperta.
Non consumare prima di 1-2 mesi.




giovedì 13 dicembre 2012

Cannoli siciliani




Lunedì è stato il compleanno di mio marito e tanto per non preparare le solite torte ho fatto venire fuori la sicula che è in me e mi sono cimentata a preparare i cannoli siciliani! In verità gli involucri, le cosiddette “scocce” ( in dialetto palermitano), le ho comprate già pronte al supermercato. Io ho solo preparato la farcitura, approfittando della mia cara amica Luciana che fa un'ottima ricotta di pecora.
Quindi dopo aver spacchettato il regalo Aldo ha gradito molto, anche se il mio bimbo Pietro cercava di portarglieli via da sotto il naso...è sempre una battaglia tra loro davanti a qualsiasi tipo di dolce!!!

Per chi non li conoscesse i cannoli di Sicilia sono con ogni probabilità il più tipico e famoso prodotto dell'arte dolciaria siciliana: un vero peccato di gola oserei dire!
E' un dolce costituito da un involucro cilindrico di pasta fritta, farcito con un impasto di ricotta, zucchero e frutta candita a piacere, almeno questi sono i tipici ingredienti ma ognuno ha apportato delle varianti a suo piacimento, me compresa. È una tipica specialità siciliana, l'antica ricetta è uscita dalla clausura di un convento palermitano, come molti dei dolci fatti in questa splendida regione.
Il nome proviene dal volgare latino dell'arbusto "canna", con fusto cilindrico vuoto, il quale anticamente serviva per vari usi ordinari.



Per il ripieno


300 gr di ricotta fresca di pecora
150 gr di zucchero
50 gr di scorze di arancia candite e tagliate a strisce sottili
(che io non uso perché non amiamo la frutta candita)
1/2 bustina di vanillina


50 gr di cioccolato amaro

In una capiente ciotola passate al setaccio la ricotta e dopo, sempre mescolando, aggiungete i vari ingredienti. In particolare il cioccolato io lo spezzetto con il coltello e non lo grattugio perché a noi fa piacere assaporarlo a pezzetti in mezzo alla crema di ricotta! Quindi per riempire le “ bucce” uso un semplice coltello e cucchiaino, in quanto credo che la sac a poche dovrebbe avere un beccuccio piuttosto grande per permettere alle scaglie di cioccolato di uscire. Infine metto una spolverata di zucchero a velo! Uhm ….quanta dolcezza!



giovedì 6 dicembre 2012

IL Caco mela frutto curioso



Lavorando in un banco di frutta e verdura sono immersa in colori e profumi veramente diversificati. Inoltre, anche se conosco abbastanza bene l'argomento ( in quanto abbiamo un bell'orto, la serra e diverse piante da frutto ) imparo sempre qualcosa di nuovo. E oggi voglio presentarvi il frutto che io ho battezzato " frutto curioso" ovvero il caco mela. 


La pianta di Kaki (Diospoyros kaki, cachi o loti nel linguaggio comune) é originaria della Cina. I primi a coltivarlo in modo intensivo furono i giapponesi, mentre in Europa é arrivato alla fine del Settecento, all'inizio solo come pianta ornamentale. L'impiego del cachi come albero da frutta ha origine nel 1860, prima in Francia e poi in Italia, grazie all'importazione dal Giappone di alcune varietà adatte allo scopo. 

Il caco comune si sceglie già maturo dal colore arancio-rosso, con la pelle sottile e integra. Lo caratterizza la polpa dolcissima, gelatinosa e quasi senza consistenza, come una marmellata. 

Se invece decidete di comprare il caco mela potete sceglierlo per la sua colorazione arancione uniforme e per la sua forma tondeggiante. La sua polpa soda dolce è tagliabile a fette o dadini, proprio come una mela. A seconda della sua maturazione, assomiglia più alla mela se consistente e al caco se leggermente morbido al tatto. 

Questa volta non ho cucinato nulla con il caco mela, me lo sono mangiato così com'è nella sua semplicità, ma girando in rete ho notato queste due ricette che mi sembrano semplici e veloci da realizzare! 

Sfoglia di cachi al forno 
Preparate un rettangolo di pasta sfoglia alto 2 millimetri e largo 15 centimetri. Stendete al centro delle fette di caco per tutta la sua lunghezza e rigirate sopra la pasta. Spennellate di tuorlo e acqua, spruzzate di zucchero e mettete in forno a 180 gradi per circa 20 minuti. 

Coppa di cachi alle noci con crema pasticcera all’arancia 
Unite crema pasticcera e succo d’arancia, fino a ottenere una crema fluida. In una coppa alternate i dadini di cachi, la crema e le noci tritate grossolanamente. Continuate fino all’orlo e decorate con una fetta di arancia. 





domenica 2 dicembre 2012

Ricciarelli senesi



Ed ecco che il Natale è alle porte e io sto solo ora cominciando a guardarmi intorno per pianificare i doni da dare a chi mi sta più a cuore. Così vado per mercatini natalizi a rubare quella idea ispiratrice e simpatica che posso fare io con le mie mani ( tipo artigianato ), oppure, quando faccio la spesa nei supermercati, mi ritrovo a guardare dolciumi e cioccolatini tipici del periodo natalizio. 

E' stato così che mi è nata la voglia di azzardare e provare a fare i Ricciarelli senesi, dolci tipici di Natale, ma che si possono ormai trovare tutto l'anno, in quanto esageratamente buoni da non dover per forza aspettare una volta all'anno per gustarli con piacere.

Sono di origine orientale, i Ricciarelli di Siena che, viaggiando dal Medioevo, arrivano sulle nostre tavole buoni come allora. Oggi finalmente dopo tante battaglie burocratiche i Ricciarelli senesi hanno l'etichetta IGP (Indicazione Geografica Protetta) e sono prodotti con ingredienti semplici, quali mandorle dolci, zucchero, albume e lievito. Non più di forma "arricciata", come erano un tempo a imitazione delle babbucce arricciate dei sultani, i Ricciarelli senesi si presentano con una forma a losanga ovalizzata e sono biscotti teneri, non friabili, ricoperti di zucchero a velo. 

Io adoro le mandorle e l’idea di preparare questi meravigliosi dolci mi emozionava, perchè mi ricorda il periodo vissuto in Toscana e l'amore che nutro per questa terra, la sua gente, i suoi colori, i suoi profumi, la sua cucina!

In giro si trovano varie ricette per realizzarli, ma alla  fine mi son fermata nel blog ANICE E CANNELLA e alla ricetta qui pubblicata, che come descrive si tratta di "una ricetta datata 1879 che proviene da un celebre convento famoso per i ricciarelli ... usata poi dal capomastro Carlo Guerrini nell'industria Parenti che preparava i migliori ricciarelli di Siena!". Pochi ingredienti e un semplice procedimento per un ottimo risultato.

I miei ricciarelli sono risultati morbidi, dolci e profumati. Con orgoglio dopo cena ho presentato il dolce a mio marito e al mio bambino che  hanno apprezzato con piacere! Ed io ho veramente gongolato! Ho pensato " beh! Per essere la prima volta non c'è male!...quindi se non è la fortuna del principiante posso farli nuovamente e magari regalarli per Natale!!!"




Quindi riporto fedelmente:
INGREDIENTI

I RICCIARELLI DI SIENA, ricetta del 1879 dalla fabbrica G. Parenti di Siena - ne ho ridotto le dosi per un uso famigliare e apportato qualche lieve modifica 

Per 1 kg di ricciarelli:
A.
300 gr di zucchero semolato
400 gr di mandorle pelate e asciugate 10' in forno a 50°
50 gr di farina
15 gr di scorzetta d'arancio candita (o la buccia grattata di 4 arance)
1 fialetta di aroma di mandorle

B.
20 gr di zucchero a velo
20 gr di farina
1/2 cucchiaino raso (i miei sono piccolini) di ammoniaca per dolci (reperibile in farmacia)
1/2 cucchiaino raso (i miei sono piccolini) di lievito per dolci

C. (per la lega)
47 gr di zucchero semolato
14 gr d'acqua

D.
20 gr di zucchero a velo vanigliato
2 albumi di uova piccole/medie

Procedimento:

A. Passiamo nel mixer con le lame mandorle e zucchero, aggiungendo piano piano la scorza d'arancio e servendoci di un po' di farina per facilitare l'operazione. Facciamo attenzione ad usarlo ad intermittenza, altrimenti le mandorle gettano il loro olio.

Poi amalgamiamo bene il tutto in una ciotola capiente insieme all'aroma di mandorle.

C. Prepariamo uno sciroppo, mettendo in un pentolino lo zucchero e versando dopo l'acqua, mettiamo a fuoco basso senza rimestare mai, fino a che lo zucchero si scioglie. NON tenere più tempo al fuoco!



B. Setacciamo nel frattempo la farina con lo zucchero e gli agenti lievitanti al punto B.
Poi, non appena lo sciroppo è pronto (cioè quando lo zucchero è sciolto completamente), impastiamo con le mani la pasta ottenuta, usando gli ingredienti di A, con lo sciroppo di C e aggiungendo lo zucchero, la farina e gli agenti lievitanti di B.
L'impasto rimarrà abbastanza umido ma non compatto, non preoccupatevi va bene così.

Importante: a questo punto lo copriremo con un panno bagnato e strizzato perchè non asciughi troppo (il panno non deve toccare l'impasto), e lo lasceremo riposare 12 ore circa.

Al momento dell'uso aggiungiamo lo zucchero vanigliato di D, e gli albumi che dovranno essere stati sbattuti rapidamente fino a che perderanno tensione, cioè inizieranno a fare piccole bollicine.
Impastiamo con le mani perchè il composto si amalgami bene e si compatti.

A questo punto, spolveriamo il piano di poco amido di grano e zucchero a velo vanigliato. Formiamo uno alla volta dei grossi salami, della grossezza di circa 4,5 cm. e li taglieremo a fette di 1 cm. l'una.
Cerchiamo di dare con le mani una forma più possibile romboidale ma dolcemente arrotondata.
I ricciarelli dovranno pesare tra i 25 massimo 30 gr l'uno!
Spolveriamo il ricciarello ottenuto, sul fondo con la miscela del piano, e cioè zucchero a velo/amido di grano, e sulla superficie di solo e abbondante zucchero a velo.

Adesso posizioniamo i ricciarelli ottenuti, man mano su di una teglia coperta di carta forno, oppure ognuno su di un'ostia. Io ho usato le ostie la prima volta, mentre la seconda ho poggiato direttamente su carta forno, non ho notato grosse differenze.

Accendiamo il forno a circa 140°/160° (regolatevi secondo il vostro forno) e inforniamo per circa 10/20 minuti, saranno cotti quando si formeranno in superficie delle leggere crepe. NON guardate il tempo!
A questo punto li toglieremo dal forno, li lasceremo asciugare su di una gratella e li conserveremo in scatole di latta ben chiuse.


giovedì 22 novembre 2012

Cipolline borretane in agrodolce





Oggi vi voglio parlare delle cipolline borretane e di come cucinarle per preparare un contorno gustoso e stuzzicante che io amo molto. Si possono mangiare calde o fredde ed anche conservare in barattoli per consumarle quando si preferisce. 

La cipolla borretana è conosciuta per il suo dolce sapore e prende il nome da Boretto, un paese in provincia di Reggio Emilia, in cui veniva coltivata già nel 1400. E' anche conosciuta come cipolla piatta di Como o di Rovato. È una varietà molto utilizzata dall’industria dei sottaceti, in particolare in Emilia Romagna viene servita con gli gnocchi fritti, salumi e come accompagnamento di secondi piatti. Si presenta come un bulbo molto appiattito ai poli, piccolo e di color paglierino.

Al mercato la potete trovare in sacchetti da 500 gr. o da un chilo, già pulita, solo da lavare e mettere in pentola. Una gran comodità che evita di far lacrimare gli occhi!






Ingredienti per 6 - 8 persone



800 gr. di cipolline

1 cucchiaio di zucchero

4 cucchiai di aceto di mele
2 mestoli di brodo vegetale
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale q.b.



Lavate e asciugate le cipolline. Scaldate in una padella larga l'olio, unite le cipolline facendo un solo strato, salate e bagnate con brodo. Coprite e cuocete una mezz'oretta a fiamma bassa. Portate ad ebollizione in una casseruolina l'aceto con lo zucchero e versatelo caldo sulle cipolline. Mescolatele e lasciatele caramellare a fiamma bassa: devono risultare morbide con un sughetto sciropposo.
Aggiustate di sale, se necessario, e servite.

domenica 11 novembre 2012

Crostata con le mele di nonno Tony



Oggi è proprio una classica giornata autunnale del nord: la pioggia scende fine fine e una leggera nebbiolina avvolge tutta la campagna.
Ieri sono stata nel nostro orto. Nella serra abbiamo tante verdure e insalata ancora da raccogliere, mentre nonno Tony ha già raccolto e ritirato una buona produzione di mele, gialle e rosse Le mele sono piccole ed esteticamente non belle, ma gustose e biologiche! Sono riuscita a fare anche una buona marmellata, (di cui posterò la ricetta un'altra volta) mentre oggi mi diletterò a preparare la crostata di mele.
La mia stufa scoppietta in cucina e l'odore della legna mi piace veramente tanto, quindi, con un forno sempre caldo e pronto, non manca altro che mettersi al lavoro!
Così  oggi si impasta....si aspetta...si inforna e poi con calma si gusta.
Oh adoro questa stagione, né calda, né fredda, dai mille colori autunnali.


Ingredienti

Per la pasta frolla:
300 gr. farina di grano tenero 00
100 gr burro
150 gr zucchero
1/2 bustina di lievito per dolci
1 limone grattugiato
2 uova
1 bustina di vanillina

Per la farcitura:
marmellata di mele
2 mele piccole gialle

Si comincia preparando la pasta frolla: si lascia ammorbidire il burro a temperatura ambiente.
Nel frattempo, sull'asse si fa una fontana con la farina a cui abbiamo aggiunto la mezza bustina di lievito e vanillina. Nella fontana si sbattono le uova intere con lo zucchero, la buccia di limone grattugiata e infine si aggiunge il burro ammorbidito. Si lavora il tutto con le mani fino ad ottenere una palla morbida che avvolgeremo in un foglio di pellicola trasparente e lasceremo riposare in frigo per almeno mezz'ora.
Per la farcitura: una volta che il burro si è indurito potremo stendere la pasta frolla senza difficoltà.
La disporremo su una teglia e faremo con la forchetta dei piccoli buchi per permettere meglio al calore di passare durante la cottura. Stenderemo uno strato di marmellata e copriremo tutta la teglia con le mele tagliate a fette sottili. Una spolverata di cannella se piace e si inforna a 180° per 40 minuti circa.


sabato 3 novembre 2012

Biscotti con farina di mais



In questi giorni di vacanza da scuola, bisogna tenere impegnati i bambini con giochi e lavoretti che li divertano e al tempo stesso li educhino. Così un modo di condividere la mia passione per la cucina con mio figlio è  fare i biscotti, mani in pasta e farina dappertutto! Questi sono momenti indimenticabili dove io divento più bambina di lui! Che meraviglia! Infatti sono io quella che quando vado in giro per spese cerco le formine o altro materiale per "giocare" con Pietro! Quindi coraggio mamme, farina, asse e mattarello....e formine!



Ingredienti per 4 persone:

300 gr di farina di mais macinata finissima (fumetto)
200 gr di farina di grano tenero 00
1 bustina di lievito bertolini
280 gr di burro
250 gr di zucchero
4 tuorli
una scorza di limone grattugiata
un pizzico di sale

Miscelare in una ciotola i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un crema soffice, soffice.
Sulla spianatoia unire le farine, la scorza del limone grattugiata, la vanillina, il sale, il burro ammorbidito e la crema soffice.
Amalgamare il tutto senza lavorarlo troppo per non scaldare ulteriormente il burro, quindi farne una palla che metteremo in frigo per almeno un'ora, in modo da rendere la pasta lavorabile.
Personalmente metto la pasta sulla spianatoia e col mattarello la stendo, tagliando i biscotti con le formine, ma si può mettere l'impasto raffreddato in una sacca da pasticcere ( sac a poche) e utilizzando un beccuccio riga formare sulla placca foderata di carta forno dei piccoli anelli che inforneremo a 200° per 15-20 minuti a seconda del forno. I biscotti comunque devono risultare appena dorati.


giovedì 1 novembre 2012

Treccia di Pan dolce



La scorsa settimana sono andata a trovare una cugina a Casale Monferrato, una cittadina a cui sono legata da ricordi felici della mia infanzia. In occasione delle cosiddette feste comandate, la mia mamma ci vestiva da festa, a me e mia sorella, e si partiva con la vecchia Fiat 127 blu, orgoglio di mio papà, e si andava a trovare i parenti lontani. All'epoca il viaggio mi sembrava sempre così lungo, ma confortevole, rassicurato dall'andatura crociera di mio padre ( si faceva la strada provinciale e si passava in mezzo a tutti i paesi!). Oggi è quasi impensabile: autostrada e in 40 minuti sei arrivata! 
Ebbene come dolce mia cugina Nina ci ha presentato un buonissimo panbrioches di cui mi sono subito innamorata e che dovevo assolutamente provare tornata a casa nel forno della mia stufa che in questi giorni scoppietta in cucina. Quindi son qui per condividere con voi questa delizia!


Ingredienti :




1/2 panetto di lievito di birra

125 ml di latte
60 gr di burro
50 gr di zucchero
1/2 uovo
scorza di limone qb
325 gr di farina 00
Per completare
1 vasetto di marmellata mele (fatta in casa)
2 mele tagliate in pezzetti
cannella in polvere qb
1/2 uovo
zucchero di canna qb

Stemperiamo il lievito nel latte, poi uniamo il burro fuso, lo zucchero, mezzo uovo sbattuto, la scorza di limone grattugiata e la farina. Impastiamo per circa 10 minuti e formiamo un panetto che lasceremo lievitare coperto per un' ora circa. Stendiamo l'impasto con il mattarello sopra alla carta forno. Aiutandoci con uno stampo da plumcake disegniamo una forma rettangolare al centro della pasta, poi incidiamo a striscioline oblique sulle eccedenze ai lati. Farciamo il rettangolo centrale con la   marmellata , le mele e la cannella, poi richiudiamo le striscioline di pasta formando delle trecce. Infine spennelliamo con l'uovo rimasto e spolverizziamo con zucchero di canna. Si inforna per 30 minuti circa a 180 gradi in forno non ventilato. Buona degustazione!